Pista, Marco Villa tra presente e futuro: “Ho la fortuna di poter contare su dei grandi ragazzi, per Los Angeles decideremo tra un po’ di tempo”

I numerosissimi successi del ciclismo italiano su pista negli ultimi anni portano spesso un nome ed un cognome, ed è quello di Marco Villa. Il CT della nazionale italiana su pista, ruolo che ricopre ormai da diversi anni, è stato uno dei principali artefici della rinascita azzurra all’interno dei velodromi, e anche quest’anno è riuscito a guidare la nazionale italiana ad un oro ai recenti mondiali di Ballerup, dove Jonathan Milan ha conquistato il titolo iridato nell’inseguimento individuale, facendo registrare anche il record del mondo in occasione della finale contro il britannico Josh Charlton.

Per arrivare a questi risultati, però, il percorso è stato tutt’altro che semplice, anche a causa di una situazione infrastrutturale in Italia molto difficile, con pochi velodromi disponibili per permettere alla nazionale di allenarsi: “In questa avventura ci ho messo un po’ di esperienza e tanta passione, ma poi ho trovato delle gambe buone e un buon gruppo. – spiega Villa, intervistato nel programma di Rai Sport, Radio Corsa – Abbiamo avuto problemi di impianti e ci siamo dovuti spostare tanto all’estero per prepararci agli eventi, e nonostante questo non ho mai sentito nessuno lamentarsi. La prima cosa che ho sempre chiesto alla Federazione è stata la collaborazione a coinvolgere i corridori più forti. È logico che i corridori più forti vengono attratti dalla strada e devono fare la loro attività su strada, però ci poteva essere un sistema, lo abbiamo attuato e questo ci permette di avere i ragazzi sia su strada che su pista. Credo inoltre che i risultati e il buon lavoro ci abbiano fatto vedere di buon occhio ai direttori sportivi, ai team manager e ai procuratori dei ragazzi e tutti insieme ci abbiamo investito”.

Nonostante Jonathan Milan sia da anni una certezza nel panorama della pista, lo stesso CT ammette di essere rimasto sorpreso dell’incredibile 3’59″153 fatto registrare nella rassegna danese: “Mi sono stupito di quello che ha fatto Jonathan, anche perché abbiamo preparato bene l’Olimpiade ma dopo quella si è dedicato subito alla strada, vincendo subito e tanto. Poi è venuto in pista a solo una settimana dai Mondiali e in 5-6 allenamenti abbiamo richiamato un po’ di lavoro e poi siamo partiti. Lui lo ha voluto fare perché si sentiva bene, ci ha provato e mi ha stupito. Ma questa è la dimostrazione del motore e della classe che ha”.

Ed ora il prossimo grande obiettivo per cui lavorare saranno le Olimpiadi di Los Angeles 2028, in cui sarà importante poter fare affidamento su corridori giovani e per i quali sin da oggi sarà necessario lavorare: “Abbiamo già iniziato a lavorare coi giovani, non abbiamo mai sottovalutato i campionati sia juniores che under 23 e abbiamo sempre, grazie al lavoro di Salvoldi, puntato molto sull’attività Juniores e sulla multidisciplinarietà. Questo è il sistema che abbiamo in Federazione e continueremo così. Per quello che riguarda Jonathan e Pippo, è ovvio ed è giusto che nei prossimi due anni abbiano come obiettivo primario la strada, ma per loro la pista e Villa ci saranno sempre. Poi più avanti, quando entreremo nel biennio verso Los Angeles, si capirà cosa vorranno fare. Bisognerà capire i calendari, i percorsi delle prove in linea e a cronometro di LA. Una volta che sapremo questi dettagli, saranno gli atleti a decidere insieme ai loro entourage su cosa puntare, così come è successo quest’anno.

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